VIVERE IL VANGELO – V Domenica di Pasqua

Gv-15-1-827.04.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

La Sacra scrittura indica nel mestiere del contadino il lavoro più vicino a Dio. Perché il suo lavoro è precario, legato al tempo, alla stagione, alle piogge: il contadino sa che si deve affidare alla Provvidenza, prega che il Signore mandi al tempo giusto la pioggia o il sole, secondo quello di cui le sue piante hanno bisogno.

Ecco che anche Gesù usa nel Vangelo di questa domenica un paragone legato all’agricoltore: è però Lui, in questa similitudine, il contadino che, con sapienza e pazienza, ha cura della nostra vita, perché noi possiamo portare frutto.

Noi siamo questa vite che deve però rimanere legata alla pianta per portare frutto, che ha la sua radice in Cristo Gesù.

Tutti noi siamo infatti stati creati per dare dei frutti di amore e di comunione.

Accettando così anche di essere “potati”, guidati dai fatti attraverso cui il Signore ci parla, perché non ci inganniamo, non perdiamo la strada che conduce alla vita, diventando secchi e aridi.

Occorre una sapienza per saper discernere questi “segni”: una Sapienza che il Signore ci dona se rimaniamo legati a Lui, disposti ad ascoltarlo, mettendo in pratica la Parola e non “ascoltatori smemorati, ingannando noi stessi”, come leggiamo all’inizio della lettera di San Giacomo.

In questa lettera San Giacomo ci invita ad aver fiducia nel Signore, a chiedere aiuto: “Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento; e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni”.

VIVERE IL VANGELO – IV Domenica di Pasqua

Icona-Il-Buon-Pastore19.04.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Come può Cristo donare la vita? Perché Lui la possiede e la dona a chi lo desidera!
Il vangelo di questa domenica, denominata del “Buon Pastore”, ci parla di due pastori, Cristo e il mercenario. Mercenari sono tutti coloro che ci indicano una strada, un cammino di vita che non porta a nulla: “Fatti strada, a costo di prepotenze e ingiustizie. Sii furbo e cerca di ingannare, perché solo così avrai successo”.

E’ la strada della menzogna, quella di chi “ruba” agli altri, sottrae la vita, la felicità, la pace. E chi la segue ne diviene lui stesso vittima: una persona sempre chiusa in sé stessa, sempre in difesa, incapace di amare, se non in forma egoistica. Mai dona nulla, soprattutto sé stesso.

C’è invece la strada di chi, come Cristo, dona la vita.

Ricevere oggi la vita da Cristo, significa diventare come Lui, capaci di donarla: se riceviamo il Suo Spirito, se ci affidiamo a Lui, cercando di mettere in pratica le Sue Parole, anche noi diventeremo capaci di donarci.

Donarci a questa giornata, forse difficile e noiosa; donarci alla moglie e al marito, accettando di essere diversi, ma non per questo migliori; donarci al lavoro, non mormorando o cercando a tutti i costi di emergere, ma benedicendo il Signore perché mi permette di collaborare al bene del mondo, anche se svolgi il mestiere più nascosto e più umile. Perché, come diceva spesso Santa Teresa di Calcutta, non conta tanto quello che facciamo ma l’Amore che ci mettiamo nel fare le cose.

Questa è la felicità.

Questo vuol dire seguire Cristo, il buon pastore.

VIVERE IL VANGELO – III Domenica di Pasqua

82128713.04.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Lo splendido brano di questa terza domenica di Pasqua disegna cosa avviene nella nostra vita quando, come i discepoli di Emmaus, voltiamo le spalle al Signore.
I due discepoli, ormai che Cristo è morto, se ne vanno da Gerusalemme, voltano le spalle alla città Santa: forse anche tu, davanti a quella delusione, alle domande profonde che non trovano più risposta, hai voltato le spalle alla città Santa, al disegno di Grazia che Dio aveva su di te. Incapace di attendere i tempi di Dio.
E come per i due discepoli, la tua vita si è trasformata: non c’è più allegria, né Speranza, né gioia nel fare qualsiasi cosa. Solo ti rimane di cercare te stesso, magari lavorando senza sosta, oppure cercando affetto da tutti.
Ma il Signore viene in nostro soccorso. Come ai discepoli oggi Gesù ci dice: “E’ necessario che si compiano tutte le cose scritte…”.
Saper rispettare i “tempi di Dio”, non dubitando mai del Suo Amore.
Saper riconoscere che i disegni di Dio, la storia che alcune volte ci può apparire incomprensibile; perché sempre ci porterà a vivere quello che Gesù annuncia quando compare risorto: “Pace a voi”!

VIVERE IL VANGELO – II Domenica di Pasqua

domenica-in-albis06.04.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

E’ la domenica della Divina Misericordia, ossia della scoperta più importante della nostra Fede, potremmo dire “l’attuazione della Pasqua”.
Gesù di fronte all’incredulità di Tommaso non lo sgrida, ma ricompare solo per aiutarlo nei suoi dubbi: conosce il Signore la sua debolezza. E allora Tommaso non ha bisogno di mettere la mano nel fianco del Signore; si è sentito amato da Gesù nella sua debolezza.

Da questo nasce la fede: scoprire, come Tommaso, che Dio ci ama nelle nostre povertà, conosce la nostra debolezza e proprio per questo ci cerca in ogni modo.

Ecco perché quando compare davanti agli apostoli, che lo hanno abbandonato e tradito, li va a cercare dove si sono nascosti e gli annuncia la Pace.

Gli Apostoli solo ora, che hanno conosciuto la verità di se stessi e l’Amore incondizionato di Dio, potranno Annunciare la Sua Resurrezione.