VIVERE IL VANGELO: XXXI Domenica del tempo ordinario

resize27.10.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Zaccheo, un altro pubblicano, un altro uomo che nessuno pensava potesse ricevere Cristo nella sua vita. Un uomo, attaccato al denaro e temuto per i suoi traffici, ma che capisce che vedere Gesù gli avrebbe potuto dare quella gioia che mai aveva provato nella sua vita. E non si vergogna asalire su un albero pur di poterlo vedere.
Gesù legge nelle intenzioni dei cuori: sa chi lo cerca perché ha davvero desiderio di seguirlo, come Zaccheo.
Zaccheo si sente finalmente amato, non giudicato: questo fa sì che cambi il suo cuore, la Gioia di vedere che Cristo desidera
stare con lui lo spinge a restituire quanto estorto agli altri.
E’ questo incontro con Gesù, reale e concreto, che cambia la nostra vita. Non viceversa. Senza questo incontro saremo sempre costretti a difenderci, dagli altri, dalla vita. Egoisti, avari e in fondo incapaci di amare: ma per paura, non per cattiveria. Come Zaccheo.
Gesù conosce tutta la nostra esistenza. La nostra vita è un combattimento per portarci a Lui, per trasformarci profondamente in Lui. Non siamo nati per questo mondo. Noi cristiani siamo pellegrini e stranieri; questa vita non è il nostro posto.
Per questo le cose del mondo – soldi, successo, case, macchine, donne – mai ci soddisfano nel fondo, mai ci appagano veramente. Non siamo stati creati per queste miserie, cose tutte destinate a morire con noi o prima di noi.
Ma è possibile che io lo creda, che mi converta davvero? E in che consiste la conversione?
E’ possibile che io, che tu, ci possiamo convertire alla vita divina?
Sì! Questo vangelo di Zaccheo ci dice che è possibile!
E’ possibile che tu capisca che Dio ti ama, che ti vuole bene; è possibile che tu “consegni” completamente il tuo “io” a Lui e cominci a vivere una vita meravigliosa!

VIVERE IL VANGELO: XXX Domenica del tempo ordinario

carisma01120.10.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite Romane

Diceva San Bernardo da Chiaravalle che “l’uomo finché non si conosce non può veramente convertirsi a Gesù Cristo”. Come il fariseo del Vangelo di questa domenica, che si crede giusto e così pensa di poter giudicare gli altri, perché non sa chi è lui: l’esatto contrario di quello che è il cristiano, perché seguire Cristo significa non sentirsi migliore di nessuno e anzi “considerare gli altri superiori a sé”, perché Nostro Signore si è fatto l’ultimo per salvarci.

Il problema è che spesso consideriamo l’umiltà come qualcosa da conquistare, da raggiungere con sforzo. Invece l’umiltà è solo la verità: e la verità è che siamo tutti deboli e poveri, che non possiamo giudicare
nessuno perché noi per primi siamo bisognosi di Misericordia.

Molti di noi, e tanti di quelli che vanno in Chiesa, in realtà non capiscono cosa significa conversione; pensano che convertirsi sia fare un giudizio moralistico: “Sei cattivo e devi cambiare vita!”. Non è questo, questo è anche quello che pensa il fariseo.

Convertirsi a Gesù Cristo è tutto il contrario: è accogliere una grazia che Dio ti invia, accogliere la notizia che “Dio ti ama senza condizioni!”.

Ma per questo hai bisogno di renderti conto che ne hai bisogno.

Perché se ti senti giusto dirai: “Io non ho bisogno di questa Grazia; forse ne avranno bisogno altri, io no, sono a posto”. Sta proprio qui il problema.

Perché tutti abbiamo bisogno di ricevere questa Grazia, di incontrare questo Amore, perché si realizzi la chiamata ad essere cristiano, la natura divina: perché la legge sta ad indicarci qual è il cammino della vita, ma ogni giorno sperimentiamo che non riusciamo a compierla da soli.

Se siamo nella verità, siamo coscienti di questa incapacità. Come scrive San Paolo nelle Sue Lettere, non riusciamo da soli ad adempiere la legge: ogni giorno vediamo il nostro orgoglio, il nostro egoismo, la nostra pigrizia, l’incapacità di amare l’altro quando ci delude. Nessuno di noi vorrebbe essere così, perché questo ci provoca una profonda insoddisfazione.

Convertirsi vuol dire credere all’Amore di Cristo: perché Lui è venuto a compiere la legge, amandoci senza condizioni, perché anche noi potessimo realizzarla, potessimo Amare davvero. Incontrarci con Cristo è scoprire che solo Lui ci ama gratuitamente, e non quando siamo buoni e bravi, ma quando sbagliamo, anche quando Lo rinneghiamo.

Non smette di volerci bene, come fanno tutti gli altri: non ci giudica, ma ci scusa. Sempre. Cristo comprende che sei cascato in un inganno, perché forse lo hai rinnegato per andare a cercare la vita là dove invece ti veniva negata.

Convertirsi allora non è altro accettare questo Amore, totalmente gratuito e non meritato: è scoprire che Cristo ha dato veramente la vita per te! Oggi se vuoi accoglierlo, Gesù Cristo ti offre la capacità di incominciare ad Amare come Lui.

GIUBILEO DELLE CONFRATERNITE ROMANE

GIUBILEO DELLE CONFRATERNITE ROMANE

Oltre 1500 persone, provenienti non solo dalle diverse Confraternite Romane ma anche da diverse regioni italiane, hanno partecipato stamattina 15 ottobre, a San Pietro, al Giubileo delle Confraternite organizzato dal nostro Ufficio. La processione, colorata dai bellissimi abiti caratteristici delle diverse congreghe, si è snodata lungo via della Conciliazione, guidata dalle meditazioni di S. E. Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo Ausiliare del Settore Centro di Roma.
Dopo aver attraversato la Porta Santa, il Giubileo si è concluso con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vicegerente della Diocesi di Roma, S.E. Mons. Filippo Iannone, all’Altare della cattedra della Basilica di San Pietro,
concelebrata da molti sacerdoti, assistenti delle Confraternite presenti, con il servizio liturgico curato dai confratelli presenti con i loro abiti solenni.
Il Giubileo di questa mattina è stato l’evento centrale dei dieci giorni di incontri e celebrazioni, con l’apertura straordinaria di 14 tra le più belle chiese delle Confraternite del Centro storico di Roma,
ognuna abbinata ad una delle 14 opere di misericordia spirituale e corporale. L’apertura continuerà fino a domenica 16 ottobre ed è stata realizzata grazie alla preziosa collaborazione dei volontari del Touring Club.
Rimarrà invece aperta fino al 28 ottobre, con apertura dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17, la Mostra “Servire l’uomo” all’Archivio di Stato di Roma, dedicata alle opere delle Confraternite nella Chiesa del Lazio.

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