VIVERE IL VANGELO: IV Domenica d’Avvento

download15.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma

San Giuseppe, lo sposo della Vergine Maria, entra nel combattimento della Fede.
Il suo dubbio non è tanto se Maria sia sincera, se veramente in Lei è accaduto qualcosa di Divino; troppo semplice questo dubbio. Il suo combattimento è un altro.
Giuseppe deve fare i conti con una storia che Lui non vorrebbe, che non si è cercato, che non aveva programmato. Giuseppe si preparava a sposare la ragazza che lui amava, voleva crearsi una famiglia come tutte le altre, con tanti figli, vivere una vita “normale”…ma Dio gli mostra una strada diversa. Meravigliosa, certo, privilegiata, senz’altro..ma non scelta da lui.
E’ questo il vero combattimento di San Giuseppe.
Quante volte la storia ci mette davanti a fatti che non vorremmo, che non ci siamo scelti. Entrare in questi fatti però ci permette di scoprire una storia meravigliosa che Dio ci ha preparato.
Questa è la fede. Per questo San Giuseppe è l’Immagine dell’uomo di Fede.
Il cristiano è un uomo che ha imparato che sol­tanto Dio è veramente la vita, accettare la Sua storia è la felicità e si svuota delle sue idee di felicità, purché Cristo viva in lui. Ma se viviamo la fede ad un livello infantile strumentalizziamo anche la reli­gione per i nostri progetti: e quando non si realizzano, tutto crolla.
Questa obbedienza di Giuseppe alla storia lo porta alla cosa più grande: l’amore agli altri, l’amore a Dio con tutto il cuo­re, con tutta l’anima, con tutte le forze.
San Giuseppe dà fiducia al disegno di Dio e entra nella Storia di Salvezza che Lui gli aveva preparato: accetta questa storia, senza volerla capire a tutti i costi, dona la sua volontà e così scopre di poter Amare.
Da questo donarsi nasce nella sua vita il frutto più prezioso: Cristo Gesù.

COMMENTO AL VANGELO III DOMENICA DI AVVENTO

E se fosse Gesù?

Quante volte ci siamo chiesti se in quell’avvenimento, in quella persona, in quella ingiustizia subita, ci fosse il Signore…

Di don Antonio Interguglielmi Direttore delle Confraternite di Roma

Jesus Heals The Blind Man by Duccio di Buoninsegna (1260-1318)Quante volte ci siamo chiesti se in quell’avvenimento, in quella persona, in quella ingiustizia subita, dietro quello che ci stava accadendo ci fosse il Signore. Giovanni Battista, rinchiuso in prigione, manda i suoi discepoli da Gesù per fargli la stessa domanda: “Signore ma sei veramente tu?” Gesù risponde dicendogli in fondo: “guarda quello che sto facendo, ancora non capisci”? E aggiunge “Beato colui che non trova in me motivo di scandalo”; e già, perché questi miracoli Gesù li compie con i poveri, gli esclusi, gli zoppi i lebbrosi e i sordi. Non va nei palazzi dei potenti, non cena con i ricchi, ma si china e guarisce su coloro di cui nessuno si cura. Perché? Perché non sono sazi, non si sentono “a posto”, ma sono alla ricerca di qualcuno che cambi la loro vita, che li salvi: da questo dipende la possibilità che Cristo agisca nella loro vita. Tu, come fa il cieco, grida a Lui, grida forte…devi fare in modo che il Signore si fermi e ti chieda: “Che vuoi che io faccia per te?” Ma davvero tu chiami Gesù Cristo, vuoi che Lui ti guarisca dalla tristezza, dalla solitudine, dai problemi che ti schiacciano? Tu veramente stai chiamando Gesù Cristo? Oppure gli stai dando solo briciole del tuo “tempo prezioso” perché pensi che la tua felicità dipenda solo dai tuoi successi da i tuoi soldi e piaceri? Questa Avvento è unico, non pensare già al Natale, non perdere la Grazia di oggi. “Grida! Forse oggi sei proprio tu “il cieco di Gerico”; Cristo sta passando; chiamalo!

VIVERE IL VANGELO: Immacolata Concezione

8780589807.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma

Maria è la piccola per eccellenza.
Ma la piccolezza affidata a Dio è più grande della ricchezza dei potenti, spesso arroganti e illusi di poter fare a meno di Dio.
Impariamo da Maria ad affidare la nostra povertà al Signore, perché Lui la possa trasformare nella Sua grandezza. Allora non dovrai più temere la tua piccolezza, anzi proprio questa diventerà la tua ricchezza, l’arma contro le attrattive vane del mondo.
Perché anche noi possiamo cantare con Elisabetta a Maria: “Beata te, che hai creduto alla parola del Signore”; questo stesso canto lo possiamo fare per la Chiesa e per ogni singolo cristia¬no. Perché il cristiano non è un perfetto, ma un uomo che ha sperimentato la potenza di Dio, il Suo amore.
Non festeggiamo oggi solo la grandezza della fede di Maria, ma anche la nostra chiamata più profonda.
Ognuno di noi è generato con il Battesimo come un figlio che conoscerà, crescendo nell’età e nella fede, una maternità che possiamo dire spirituale, simile a quella della Vergine Maria.
Nel suo intimo nascerà una creatura piccola, balbuziente, che geme con gemiti inesprimibili: un piccolo, un bimbo che ha bi¬sogno di massima cura, che si può uccidere facilmente, che soffoca e muore se non viene alimentato.
Due sono gli alimenti per crescere in questa gestazione, per non abbandonare la Grazia: il latte materno che ci dona la Chiesa con la Parola e i Sacramenti e l’interiorizzazione che noi facciamo di essi, mettendo in pratica la Parola, rispondendo con la preghiera e con l’obbedienza a Cristo.
Si genera in noi un cambiamento progressivo di vita: come la Madre di Gesù che ha un amore materno, pieno di tenerezza e immenso, verso il Figlio di Dio, Suo Figlio, così questo amore ci viene donato per partecipazione, dallo Spirito Santo a chi accoglie la Sua Parola, al cristiano.
E se Dio ha fatto questo in una umanamente piccola creatura come Maria, farà questo anche per ognuno di noi.

APPUNTAMENTI DELLA CONFRATERNITA

Si comunica che il giorno 8 dicembre 2016 alle ore 11.00 presso la Chiesa di Santa Dorotea ci sarà la Solenne Concelebrazione in onore della Immacolata Concezione Signora e Patrona dell’Ordine Serafico.

Il giorno 10 dicembre alle ore 2016 alle ore 18.00 ci sarà la Solenne Concelebrazione presieduta dal Vescovo Filippo Iannone – Vicegerente del Vicariato di Roma che terrà una catechesi sulla “Amoris Laetitia” di Papa Francesco.

PRESENZA OBBLIGATORIA

VIVERE IL VANGELO: II Domenica d’Avvento

9dvu8agl01.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite Romane

Prepararsi ma a cosa?
Sembra assurdo quello che diceva Giovanni Battista; così pensavano anche quelli che lo vedevano vestito in quel modo gridare nel deserto. Forse avranno sorriso, forse avranno detto “povero matto, ma che vuole? Sappiamo noi come va la vita…”
Proprio come oggi: perché quando viviamo per noi stessi, solo alla continua ricerca di realizzarci, accumulando soldi e piaceri, non capiamo le cose di Dio, “L’uomo nella prosperità non comprende, è simile agli animali che periscono”, recita il Salmo.
Eppure ancora oggi, Dio viene a cercarci, ci manda Annunziatori, poveri come Giovanni, per aiutarci ad accogliere Cristo, per dare sostanza e senso alla nostra vita, per non buttarla via.
Beati quelli che sapranno accogliere questo Annunzio. Come la Vergine Maria, di cui celebreremo la Festa l’8 dicembre.
Più sei piccolo, più sei povero e senza medaglie, più sarai disposto ad Accogliere questo Annunzio di salvezza.
Se sei pieno di te, vedrai solo un matto che grida nel deserto; ma se stai cercando un senso vero alla tua vita, potrai riconoscere una Parola di Dio per te.
Nella misura in cui riceviamo con umiltà i doni gratuiti che il Signore ci dà, la nostra vita si trasforma, incomincia a seguire il disegno di Dio. Diviene una vita in cui risplende in noi una nuova creazione, perché siamo chiamati ad essere figli di Dio, che è la cosa più grande, il tesoro più immenso che ci possa essere!
Sempre si realizza per chi accoglie gli annunziatori di Dio, come era Giovanni Battista, la Parola del Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.