VIVERE IL VANGELO: Immacolata Concezione

8780589807.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma

Maria è la piccola per eccellenza.
Ma la piccolezza affidata a Dio è più grande della ricchezza dei potenti, spesso arroganti e illusi di poter fare a meno di Dio.
Impariamo da Maria ad affidare la nostra povertà al Signore, perché Lui la possa trasformare nella Sua grandezza. Allora non dovrai più temere la tua piccolezza, anzi proprio questa diventerà la tua ricchezza, l’arma contro le attrattive vane del mondo.
Perché anche noi possiamo cantare con Elisabetta a Maria: “Beata te, che hai creduto alla parola del Signore”; questo stesso canto lo possiamo fare per la Chiesa e per ogni singolo cristia¬no. Perché il cristiano non è un perfetto, ma un uomo che ha sperimentato la potenza di Dio, il Suo amore.
Non festeggiamo oggi solo la grandezza della fede di Maria, ma anche la nostra chiamata più profonda.
Ognuno di noi è generato con il Battesimo come un figlio che conoscerà, crescendo nell’età e nella fede, una maternità che possiamo dire spirituale, simile a quella della Vergine Maria.
Nel suo intimo nascerà una creatura piccola, balbuziente, che geme con gemiti inesprimibili: un piccolo, un bimbo che ha bi¬sogno di massima cura, che si può uccidere facilmente, che soffoca e muore se non viene alimentato.
Due sono gli alimenti per crescere in questa gestazione, per non abbandonare la Grazia: il latte materno che ci dona la Chiesa con la Parola e i Sacramenti e l’interiorizzazione che noi facciamo di essi, mettendo in pratica la Parola, rispondendo con la preghiera e con l’obbedienza a Cristo.
Si genera in noi un cambiamento progressivo di vita: come la Madre di Gesù che ha un amore materno, pieno di tenerezza e immenso, verso il Figlio di Dio, Suo Figlio, così questo amore ci viene donato per partecipazione, dallo Spirito Santo a chi accoglie la Sua Parola, al cristiano.
E se Dio ha fatto questo in una umanamente piccola creatura come Maria, farà questo anche per ognuno di noi.

APPUNTAMENTI DELLA CONFRATERNITA

Si comunica che il giorno 8 dicembre 2016 alle ore 11.00 presso la Chiesa di Santa Dorotea ci sarà la Solenne Concelebrazione in onore della Immacolata Concezione Signora e Patrona dell’Ordine Serafico.

Il giorno 10 dicembre alle ore 2016 alle ore 18.00 ci sarà la Solenne Concelebrazione presieduta dal Vescovo Filippo Iannone – Vicegerente del Vicariato di Roma che terrà una catechesi sulla “Amoris Laetitia” di Papa Francesco.

PRESENZA OBBLIGATORIA

VIVERE IL VANGELO: II Domenica d’Avvento

9dvu8agl01.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite Romane

Prepararsi ma a cosa?
Sembra assurdo quello che diceva Giovanni Battista; così pensavano anche quelli che lo vedevano vestito in quel modo gridare nel deserto. Forse avranno sorriso, forse avranno detto “povero matto, ma che vuole? Sappiamo noi come va la vita…”
Proprio come oggi: perché quando viviamo per noi stessi, solo alla continua ricerca di realizzarci, accumulando soldi e piaceri, non capiamo le cose di Dio, “L’uomo nella prosperità non comprende, è simile agli animali che periscono”, recita il Salmo.
Eppure ancora oggi, Dio viene a cercarci, ci manda Annunziatori, poveri come Giovanni, per aiutarci ad accogliere Cristo, per dare sostanza e senso alla nostra vita, per non buttarla via.
Beati quelli che sapranno accogliere questo Annunzio. Come la Vergine Maria, di cui celebreremo la Festa l’8 dicembre.
Più sei piccolo, più sei povero e senza medaglie, più sarai disposto ad Accogliere questo Annunzio di salvezza.
Se sei pieno di te, vedrai solo un matto che grida nel deserto; ma se stai cercando un senso vero alla tua vita, potrai riconoscere una Parola di Dio per te.
Nella misura in cui riceviamo con umiltà i doni gratuiti che il Signore ci dà, la nostra vita si trasforma, incomincia a seguire il disegno di Dio. Diviene una vita in cui risplende in noi una nuova creazione, perché siamo chiamati ad essere figli di Dio, che è la cosa più grande, il tesoro più immenso che ci possa essere!
Sempre si realizza per chi accoglie gli annunziatori di Dio, come era Giovanni Battista, la Parola del Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.

SECONDO INCONTRO DI FORMAZIONE

Il secondo incontro di formazione delle Confraternite Romane si terrà Lunedì 5 dicembre 2016 presso l’Associazione San Martino e San Silvestro al Quirinale in Via Ventiquattro Maggio, 10. Le Consorelle ed i Confratelli che vogliono partecipare si facciano trovare di fronte la Chiesa di Santa Dorotea alle ore 18.

VIVERE IL VANGELO: I Domenica d’Avvento

1-avv24.11.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma

L’inizio del nuovo anno liturgico ci introduce nello spirito del tempo d’Avvento: il Vangelo parla della chiamata alla vigilanza, a vivere con sapienza la nostra vita.
Viviamo in un tempo che spesso ci impedisce di pensare, sempre di fretta, passando da un impegno all’altro, da una notizia all’altra, correre, correre…
Questa frenesia ci impedisce di pensare, di fermarsi a chiedersi: ma come sto vivendo la mia vita?
Il rischio è di farci questa domanda troppo tardi, quando non è più possibile stare con quella persona a cui volevi bene, di dimostrare di amare un genitore, di avere un figlio, oppure semplicemente godere la bellezza di una giornata di sole o di una passeggiata con un amico.
E allora, stiamo correndo tutto il giorno ma verso cosa…? Proiettati verso un domani che ci lascerà ancora scontenti…
Questo è l’uomo che vive per sé stesso, che non conosce Cristo; cerca sempre di scappare dal tempo progettandosi nel week end, nelle vacanze, la fretta lo aiuta a non pensare che il tempo passa e che sta vivendo alienato nel domani.
Questo Vangelo, questo tempo di Avvento, ci invita invece a fermarci, per poter riprendere la via del Signore.
Sappi che il Signore ti ascolterà e ti aiuterà se tu desideri veramente camminare nelle sue vie e non nelle tue. E quali sono le vie dell’uomo senza Dio? Le vie che portano a cercare soldi e ricchezza a costo della sopraffazione, della menzogna, della corruzione, e che creano così le guerre, le ingiustizie, la miseria.
C’è – ancora – un oggi in cui noi possiamo rientrare nella bellezza dei disegni di Dio.
Perché Dio ha fatto un’elezione su di noi, attraverso il Battesimo, prima che noi rispondessimo bene o male: ci ha promesso una vita felice, un cammino che ci fa pregustare la Gioia del Cielo, oggi, anche nelle nostre difficoltà, perché Gesù ci accompagna e ci consola.

VIVERE IL VANGELO: Festa di Cristo Re

12ac80b6fdda073e46f27e2999f2dbe7_xl17.11.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma.

Un gesto d’Amore, riconoscere che nulla possiamo pretendere, né di nulla possiamo vantarci: quanto poco basta a Gesù perché Lui ci doni la Salvezza, ci porti nel suo Regno.
E’ quello che fa il Buon ladrone, come si dice comunemente “il primo Santo della storia”.
Saremo molto sorpresi quando arriveremo in Cielo: quante cose fatte con sforzo per sentirsimeno in colpa, quanti tentativi di perfezionarsi e non aver nulla di cui rimproverarsi, ci appariranno senza alcuna importanza, perché al centro c’eravamo sempre noi, il nostro perfezionismo, il sentirsi a posto e forse migliori degli altri…
Invece quell’atto d’amore gratuito, di cui ci saremo magari dimenticati, quel gesto di comprensione per quella persona che ci soffriva accanto, un atto di generosità sincera per quella famiglia senza soldi, una notte di lacrime per aver fatto del male, per aver tradito o ingannato…saranno quelle le cose per cui Cristo ci porterà con sé.
Disse una volta Santa Teresa di Calcutta: “Anche se scrivete solo una lettera per un cieco, o se vi sedete ad ascoltare una persona, o fate visita a qualcuno o gli portate un fiore, o gli lavate la biancheria o gli pulite casa: piccole cose, ma agli occhi di Dio tutto è grande”.
Non cerchiamo di essere perfetti, perché non lo saremo mai: cerchiamo di Amare.

VIVERE IL VANGELO: XXXIII Domenica del tempo ordinario

lc-21-5-11

10.11.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) – Direttore delle Confraternite di Roma

Il Vangelo di questa domenica sembra rispondere ai pensieri che ci assalgono di fronte agli eventi tragici di questi ultimi mesi, che fanno pensare ad un avvicinarsi degli ultimi tempi. Ma quante volte nel corso dei secoli, dinanzi alle tante tragedie passate, l’uomo ha pensato a questo possibile avvicinarsi della fine?
In realtà è come se volessimo sfuggire dal vero messaggio che ci mandano eventi naturali così tragici: ci ricordano la nostra precarietà, la nostra provvisorietà, in fondo ci mettono dinanzi alla verità della vita.
C’è un aspetto fondamentale per il cristiano: il discernimento, saper leggere i fatti della propria vita, riconoscere in quello che ci accade una parola di Dio. Lo Spirito Santo “Vi insegnerà ogni cosa” ci ha detto Gesù.
Anche le persecuzioni se sei davvero discepolo di Cristo arriveranno, ci dice ancora il Vangelo: forse in famiglia, forse sul lavoro, magari da chi hai aiutato e a cui hai fatto del bene… Perché la vita per il cristiano è un combattimento per guadagnare il Cielo, non per passarsela bene e senza problemi qui.
Quindi non ci stupiamo quando arriverà la persecuzione. Non sarà necessario difendersi ma “Io vi darò Parola e Sapienza”, ci dice il Vangelo di questa domenica.
“Se hanno perseguitato me…” dice ancora Gesù Cristo. Lui ha ricevuto insulti e persecuzioni e alla fine è stato consegnato ai pagani. E’ stato torturato due volte. La prima nel carcere del sinedrio, dove le guardie gli sputarono in faccia, lo schiaffeggiarono e lo bastonarono, poi nel pretorio, dove i soldati romani lo spogliarono, gli misero addosso un manto scarlatto, intrecciarono una corona di spine e gliela posero sul capo.
Partecipare un po’ alle sofferenze di Cristo non vuol dire che Dio si è scordato di noi: anzi, è un onore perché avremo sempre Cristo al nostro fianco per difenderci, per consolarci nel profondo, nel farci coraggio.
Ecco perché il cristiano non teme nulla, se non uscire dalla Volontà di Dio.